Ardea (Roma)


 

Cenni storici

La legenda, la fondazione ed il nome di Ardea

Tra storia e geologia

L'era archeologica

Ardea antica

 


 

Cenni storici

 

        Centro agricolo in provincia di Roma, 42 km a S del capoluogo, a 37 m.s.m. su un rialzo tufaceo presso la costa tirrenica.

        Comune di 50,90 kmq con 35.000 abitanti. Fino al 1970, frazione del comune di Pomezia; produzione cerealicola e ortofrutticola.

        Il centro, già abitato nella prima Età del Ferro, fu importante nel sec. VI a.C. come capitale dei Rutili (re ne sarebbe stato Turno) e nel sec. V a.C. come colonia romana.

        Nei secoli seguenti decadde e rimase solo centro religioso legato alla leggenda di Enea. Restano avanzi delle mura in tufo dell'acropoli, di templi con decorazioni fittili (sec. VI a.C.; Roma, Museo di Villa Giulia) e di una basilica.

 

La legenda, la fondazione ed il nome di Ardea

 

        Le antiche origini di Ardea si riscoprono nelle varie leggende legate al suo nome ed alla sua fondazione e tramandate nei secoli fino ai giorni nostri.

        La prima leggenda epica riportata da Dionigi di Alicarnasso la cui fonte dello storico Xenagora, fa nascere il nome della città dall'eroe eponimo Ardeas, figlio di Odisseo e Circe.

        Secondo un'ulteriore antica leggenda, Ardea venne fondata nel XV secolo a.C. da Danae, figlia di Acrisio, re di Argos, il quale, avvertito dall'oracolo di Delfi, che sarebbe morto per man, del nipote, fece rinchiudere la figlia , appena nata, insieme alla nutrice, in un sotterraneo dalle pareti di bronzo.

        In questo modo ella non avrebbe conosciuto nessun uomo e la profezia non si sarebbe mai avverata. Ma Zeus re degli dei, s'innamorò di lei e trasformandosi in pioggia d'oro la fecondò. Così nacque Perseo.

        Il re, udendo il pianto del bimbo, infuriato rinchiuse la figlia Danae e il bambino in un'ara e l'abbandonò in mare aperto, ma per volere di Zeus approdò alla foce del fiume Incastro, sposò il re Pilumno, ed insieme decisero di fondare una città.

        È così, che a bordo di una piccola imbarcazione risalirono il corso del fiume Incastro e si fermarono dinanzi ad una rupe di tufo, che per la bellezza del paesaggio e la posizione strategica era l'ideale per fondare una città e fu così che nacque Ardea.

        Ovidio nelle "Metamorfosi" ( libro XVI ) prendendo ispirazione dall'Eneide, narra un'altra legenda bella quanto la prima.

        Dopo la morte di Turno eroe rutulo, Ardea fu incendiata da Enea, ma dal mezzo delle macerie un uccello, visto allora per la prima volta, si alza in volo improvvisamente e battendo le ali si scuote di dosso la cenere. Il suo grido, le sue ali di color cenere, la sua magrezza, tutto ricorda la città distrutta dai nemici.

        L'uccello di cui parla Ovidio è un 'Airone cinerino "Ardea cinerea e così ancora oggi l'ara di Danae e l'airone sono raffigurate nello stemma comunale della città a testimonianza delle radici e dello splendore del passato. I miti e la storia riemergono nelle scoperte archeologiche, rivivono fra le pietre antiche dei monumenti medievali e nei voli degli aironi che si librano oggi come ieri, fra le dolci colline del paesaggio ardeatino.

        L'antica città dei Rutuli, per la sua storia, per la bellezza dei suoi luoghi e delle sue marine, venne prescelta dallo scultore Giacomo Manzù per alimentare la sua genialità, ne è testimonianza il Museo a lui dedicato, patrimonio universale dell'arte contemporanea.

 

Tra storia e geologia

 

        Addirittura prima della comparsa dell'uomo, la conformazione geologica ha reso la storia di Ardea interessante per molti studiosi, che con le loro analisi hanno potuto dare un fondamento agli sviluppi successivi.

        È noto che un punto di forza della provincia era costituito dalla posizione "ardua" del terreno, caratterizzato da enormi banchi tufacei intervallati da gole e valli, che ha garantito una naturale protezione da invasioni e attacchi.

        Grazie a questo vantaggio Ardea ha esercitato un ruolo fondamentale in molte battaglie svoltesi nel Lazio, e più di una volta è stata necessaria per le sorti di Roma. Per millenni la zona si trovava al di sotto del mare, per diventare poi zona continentale con paludi e lagune. Successivamente (circa 500 mila anni fa) vi fu una potente eruzione vulcanica che una volta terminata ha portato alla formazione del tufo litoide. Durante il processo di raffreddamento il tufo si è spaccato portando alla formazione di gole e strapiombi.

        Gli agenti atmosferici nel corso dei secoli hanno completato il lavoro, modellando il territorio così come lo conosciamo oggi. È a questa storia che devono la "vita" i tre grandi pianori della città: la Civitavecchia, l'Acropoli e Casalazzara. Questi in antichità erano più ampi e la riduzione è dovuta alla lenta erosione ancora oggi in atto.

        Numerosi sono i problemi geologici della rupe ardeatina. In particolare per la forza di gravità è sensibile il lato occidentale sotto il palazzo Sforza-Cesarini.

 

L'era archeologica

 

        La storia di Ardea inizia con la sua riscoperta.
Verso la fine del XVIII secolo l'intero territorio ardeatino si trovò al centro di un crescente interesse, grazie all'opera di celebri antiquari, i quali battevano Ardea ed altri siti alla ricerca di statue, colonne e reperti per abbellire le loro sfarzose ville romane.

        Numerosi avventurieri-archeologi cominciarono a "tormentare" Ardea, e questo interesse ha significato molte volte l'impoverimento del sito. Generazione dopo generazione, il territorio è stato depredato di numerose testimonianze di una civiltà antichissima.

        Molte di queste sono sepolte in magazzini e depositi di musei ( soprattutto romani ) e fanno parte di quell'Ardea ancora da scoprire.

 

Ardea antica

        Ardea contro Roma: la Lega Latina Numerose fonti legano la storia di Ardea alle complesse vicende di Roma ed in particolare alla politica espansionistica romana della fine del VI secolo a.C. Roma ed Ardea furono alleate e nemiche a più riprese.

        Ad una data attorno al 508 a.C. va ricondotto il primo trattato romano-cartaginese, in cui Ardea figura fra le città alleate dei Romani. Il trattato prova il ruolo originario di notevole importanza svolto da Ardea come antichissimo scalo marittimo.

        Ma nonostante questo tra le due città non correva buon sangue. Attorno al V secolo a.C. le opposizioni delle città latine alla politica romana, portarono alla formazione della Lega Latina, una confederazione a carattere politico e militare in funzione antiromana, nel quale Ardea figurava tra le città fondatrici.

        La Lega promuove numerose guerre contro Roma, e grazie ad essa gli ardeatini riescono a mantenere la propria indipendenza. Ma Roma non era l'unico problema da dover fronteggiare.

        Fra le due parti si venne ad un trattato di pace e dì collaborazione militare, noto con il nome di Foedus Cassianum, per far fronte alle invasioni dei Volsci. È probabile che nonostante il trattato non mancarono ragioni di attrito fra le parti, ma fu la guerra contro i Volsci a dominare la storia di Ardea nel V secolo a.C.

        È certo che la città di Ardea per la sua posizione geografica costituì un vero e proprio baluardo dell'intero Lazio costiero. Ardea verrà forse occupata, ma grazie all'aiuto della Lega gli assedianti verranno sempre ricacciati.

        I successi riportati contro i Volsci fanno capire ai popoli del Lazio e a Roma l'importanza del Foedus, che quindi venne rinnovato nel 444 a.C

notizie tratte dal sito del Comune di Ardea